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Immagine del redattoreelisabettagazzola

Donare ci fa sentire a Notre Dame

Aggiornamento: 3 nov 2023




Vedo le immagini della cattedrale che brucia. Leggo un post in instagram di mio figlio che condivide la notizia della colletta mondiale che sarà lanciata per sostenere la rinascita di Notre Dame. A 12 anni promuove una buona causa, che gioia!

Ripenso al mio lavoro di fundraiser, soprattutto in questi ultimi sette anni, passato all’interno di un ospedale pubblico e oggi a fianco di un ospedale pediatrico.

Ripenso a quando la donazione per far rinascere una chiesa, sostenere un museo, l’università in cui abbiamo studiato o il nostro ospedale, ci fa sentire parte di una comunità. A volte ci fa proprio riscoprire il senso di appartenenza alla nostra comunità.


E’ questa la leva più forte sulla quale ho sempre lavorato per coinvolgere nuovi donatori piccoli e grandi, individui e aziende. E’ un concetto semplice e se vogliamo banale, ma è il concetto da stressare quando ci troviamo di fronte ad un donatore. Soprattutto se lavoriamo all’interno di un ente pubblico, se raccogliamo fondi per la sanità pubblica dove spesso la richiesta di donazioni è accompagnata da una certa diffidenza e dal pensiero: tanto già pago le tasse


perché dovrei anche donare per il mio ospedale?

Perché l’ospedale è di tutti. Per è qualcosa che ci appartiene e che ciascuno è chiamato a fare proprio, anche attraverso la donazione.


L’esempio di Notre Dame ci chiama tutti in causa. Chi a 12 anni condivide un post, il grande filantropo che dona 100 milioni di euro ed i piccoli donatori che si mobiliteranno per far rinascere un simbolo della loro città. Abbiamo tanti simboli nelle comunità in cui viviamo e che ogni giorno siamo chiamati a sostenere, non dobbiamo arrivare a momenti così dolorosi per riscoprire che amiamo la nostra comunità.

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